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- 08.07.21
- admin
Il settore turistico ha assistito negli ultimi anni ad un cambiamento radicale della sua normale impostazione, sia dal punto di vista dell’offerta che da quello della domanda. Gli avvenimenti storici che hanno interessato la popolazione mondiale hanno fatto si che lo sviluppo turistico incontrollato e spontaneistico, tipico degli ultimi anni 90’, non riesca più a garantire la soddisfazione dei bisogni vacanza del turista, sempre meno standardizzati. In questo senso, diversi sistemi virtuosi mondiali hanno introdotto, nella pianificazione della propria offerta, uno strumento ormai imprescindibile al fine di governare il cambiamento e di essere in linea con le rinnovate esigenze dei viaggiatori: il Destination Management Plan (DMP).
Ma cos’è un DMP?
Il Destination Management Plan è uno strumento che consente di definire le linee strategiche e le azioni necessarie per la corretta gestione del settore turistico di una destinazione, in un determinato arco temporale, attraverso l’individuazione della vision e di obiettivi condivisi da parte di tutti gli attori territoriali.

Come si raggiunge un DMP?
Il raggiungimento e la formalizzazione di un vero e proprio Destination Management Plan può essere riassunto attraverso questi 5 step:
- Partire: in questa fase si compie una selezione di quelli che possono essere i principali soggetti coinvolti nella stesura del DMP: tendenzialmente i soggetti posso avere una diversa natura, pubblica o privata.
- Raccolta dati: Un DMP efficace si basa sempre su fatti reali e non su supposizioni. In questa fase si attua un’attività di inquadramento di quello che è lo stato dell’arte della destinazione: si raccolgono dati in merito alle attrattive presenti nel territorio, ai propri punti di forza, alle debolezze, ai fattori di diversificazione. I dati però, non si limitano ad illustrare quello che è lo stato attrattivo di destinazione, ma comprendono anche aspetti relativi ai turisti: il profilo del turista tipico, informazioni sulle visite precedenti, attività che tendenzialmente svolge, impressioni in merito alla destinazione ecc…Infine, bisogna tener conto anche di quei dati provenienti dall’esterno della destinazione, ovvero quelli relativi ai trend generali esterni, che possono essere: trend economici, sociali e ambientali, trend tecnologici, trend del mercato turistico nazionale e trend relativi a nuovi prodotti turistici.
- Stabilire direzioni, obiettivi e strategie: una volta completate le prime due fasi, bisogna chiedersi in che direzione si vuole andare, quali sono gli obiettivi da perseguire e quale specifica strategia bisogna adottare. In questa fase ci si avvale principalmente di due strumenti importanti: la creazione di tavoli di condivisione, durante i quali si adotta il cosiddetto “metodo partecipativo”, e l’analisi SWOT. Dopo aver sviluppato questi temi, sarà molto più semplice definire la nuova vision della destinazione, ovvero quale sarà il suo posizionamento e la sua visione nel lungo termine.
- Sviluppare un piano di azione: definire le azioni da intraprendere, gli oneri e i vincoli di ogni partecipante, le tempistiche e le modalità di realizzazione rappresentano il passaggio successivo: lo sviluppo del piano di azione. I piani d’azione mirano a definire puntigliosamente una serie di variabili quali: tempistiche, livello di importanza, costi e risorse necessarie, gli attori responsabili, le fonti di finanziamento. È molto importante che venga definito, per ogni azione da intraprendere, il soggetto responsabile della sua realizzazione. I piani d’azione sono definiti su base annuale o su base pluriennale.
- Monitoraggio e presentazione dei risultati: essendo il DMP un processo continuo, in costante evoluzione, deve comprendere anche un sistema di monitoraggio e valutazione dei risultati, che garantisca un misuratore delle azioni effettuate in precedenza.
Cosa possiamo fare noi di justgood tourism?
Noi di justgood tourism affianchiamo le destinazioni nella stesura e nella formazione di Destination Management Plan pluriennali, più in particolare garantiamo il servizio di Dark research (ricerca di tutti i dati necessari), Stakeholder analysis (individuazione degli attori da coinvolgere), Focus group (tavoli di confronto), Action Plan (definizione delle linee d’azione), redazione del documento. Abbiamo già svolto lavori di questo tipo con ottimi risultati, come nel caso di Bibione.